Un angolo per parlare di Grateful Dead tra passato e presente, per discorrere di ricordi legati a Jerry Garcia o dei progetti attuali di Bob Weir e Phil Lesh, per riportare novità discografiche e concerti (magari in Italia!), per riferire opinioni personali e notizie apprese nel web.
E dintorni (Phish, per esempio, ma anche Allman Brothers Band, Dereck Trucks Band se capitasse)…
75 commenti
Comments feed for this article
20 aprile 2009 a 17:43
Beppe
Chiunque si occupi di questo sito, fa’ molto bene a farlo !
Avanti così ! Mancava un sito dedicato ai Grateful Dead in Italia.
Wave that flag !
Ricordando il concerto di Ratdog a Milano di qualche anno fa (forse 300 spettatori), si sa che siamo pochi e sparpagliati. Ma non importa.
Avete tutto il mio appoggio.
20 aprile 2009 a 17:52
bluesjana
Caro Beppe,
Grazie della visita e dei complimenti!
Dead Freaks Unite, siamo pochi ma buoni!
Ma perchè non ce lo racconti quel concerto in un bel post, in attesa che il nostro amico Bob torni a visitarci?
Se vuoi.. bluesjana [at] alice [punto] it e ne parliamo
🙂
27 aprile 2010 a 19:55
Guglielmo
ciao!
sono un giovane deadhead di genova!!
volevo farvi i complimenti perchè finalmente ho trovato una pagina in italiano tutta sui grateful dead!! siccome è uno dei miei gruppi preferiti spero un giorno di potere vedere i Dead dal vivo!!!! uffaa vorrei tanto venissero in italia!! se qualche membro originale dei dead facessero una data nel nostro paese con la loro band come per esempio i Ratdog mi fate sapere?? grazieeeeeee
28 aprile 2010 a 16:16
bluesjana
Caro Guglielmo,
è bello vedere tanto entusiasmo.
Se mai i Dead, o qualche “derivato” (Phil Lesh and Friends, piuttosto che RatDog), arriveranno in Italia, non mancherò di segnalarlo… e di stare sotto il palco!
A riguardo, confesso di nutrire qualche dubbio circa un loro più o meno prossimo tour italiano.
Ma non si sa mai.
Credo ti convenga mettere da parte un po’ di soldi e volare negli States dove suonano in giro regolarmente.
28 aprile 2010 a 18:57
Guglielmo
Ciao!
Eh si, hai ragione…ho visto anche qualche filmato dei Dead ultimamente e sono rimasto colpito dal grande spettacolo che fanno!! chissà quante emozioni ad essere lì!!! Certo se ci fosse ancora la bonanima di Jerry sarei già negli USA!!
Volevo farti una domanda, che è una mia piccola curiosità…i Grateful Dead hanno mai suonato dal vivo in Italia durante i loro 30 anni di attività?
Grazie e alla prossima!
Grateful Dead save my soul!
29 aprile 2010 a 13:34
Beppe
Non mi risulta che i Grateful Dead abbiamo mai suonato in Italia. I loro ultimi concerti in Europa, se non sbaglio, sono stati nell’ottobre 1990 a Stoccolma, Germania, Parigi e Londra.
Invece Weir & Ratdog hanno suonato nel luglio 2002 a Roma, Milano (io c’ero) e Pistoia. Sono poi tornati per poche date in Inghilterra nel 2003. Da allora più nulla nè in Europa nè tantomeno in Italia. La speranza di rivedere da queste parti qualcuno di loro (Dead o Weir o Lesh o Furthur) rimane ovviamente alta, ma la vedo difficilissima. L’unica è organizzarsi per un viaggetto in USA. Il vero problema sono i biglietti, regolarmente sold out poche ore dopo l’annuncio dei concerti di qualsiasi di queste formazioni.
29 aprile 2010 a 15:06
bluesjana
..ha detto tutto Beppe!
🙂
Anzi. Beppe, perchè non ci scrivi qualcosa di quel concerto dei RatDog?
5 Maggio 2010 a 16:47
Beppe
E va bene, cedo alle reiterate insistenze per raccontarvi il concerto di Bob Weir & Ratdog all’Idroscalo di Milano il 13 Luglio 2002. Accontentatevi, però : è passato molto tempo ed io non sono un critico musicale ! Beh, intanto è una bella giornata estiva e l’Idroscalo è un posto tutto sommato piacevole, non ci sono code per i biglietti perché il pubblico è tutt’altro che numeroso, siamo poche centinaia, nonostante i Grateful Dead e/o formazioni derivate non abbiano mai suonato in Italia. Evidentemente qui non sono così popolari come noi ci aspetteremmo. Vale comunque il detto “pochi ma buoni”, l’atmosfera è rilassata ed i primi a presidiare il posto sono alcuni Deadheads giunti da altri paesi d’Europa e dagli USA, riconoscibilissimi dalle t-shirt psichedeliche / tyedie e da una piccola babele di lingue. Un’esperienza questa che avrei ripetuto in occasione del meraviglioso (no, di più) concerto degli String Cheese Incident, al Transilvania di Milano, nel 2004 : più americani che italiani, incredibile ! La grandezza del prato e del palco stridono con lo scarso numero dei presenti, ma tant’è. Apre il concerto la English Blues Band, veterana formazione inglese della musica del diavolo, davvero bravissimi, convincenti e professionali. Un ottimo inizio. Al tramonto i Ratdog salgono sul palco alla spicciolata ed attaccano una jam, quasi in sordina, alla fine della quale compare Weir (al solito in pantaloncini corti e sandali) accolto da un applauso unanime. Lui ricambia con un saluto ed in dieci secondi fa’ sterzare il gruppo su “Cassidy”. Bobby canta bene ed il gruppo lo asseconda nel migliore dei modi, ma quando tutti ci aspettiamo l’assolo di chitarra dell’ottimo Mark Karan, Weir tira il gruppo in una gagliarda versione di “Odessa” prima e “Bury Me Standing” poi, due brani dal primo cd dei Ratdog. In “Bury …” la jam prende quota con gli assoli del sassofonista Kenny Brooks e la chitarra di Karan, ma basta uno stop nel riff perchè Weir attacchi improvvisamente “Good Morning Little Schoolgirl”, bluesando mica male. Non si è ancora spenta l’ultima nota del finale che tutti i Ratdog compatti si infilano in “Ashes and Glass” ed è qui che comincia la magia : il pezzo, nonostante di composizione dei Ratdog, è veramente molto deadiano, le chitarre volano in una jam molto azzeccata, il pubblico si fa’ silenzioso per seguire l’evoluzione, si specano i sorrisi e gli sguardi d’intesa tra la gente. Il momento è magico, ma i Ratgod sono già oltre e con un passaggio bellissimo, quasi senza che ce ne accorgiamo, siamo dentro a “China Cat Sunflower”. Ci vogliono almeno due strofe prima che arrivi la reazione del pubblico, ovvero l’applauso di apprezzamento, tanto siamo tutti concentrati e ammaliati. Ma non è finita, perché – come da copione – “China Cat “ si insinua in “I Know You Rider”, quello che tutti ci aspettiamo, compreso un solo di Karan che fa’ comparire l’ectoplasma di Garcia. Ancora sorrisi e sguardi soddisfatti, perfino qualche coro ed applausi a scena aperta sulle strofe più significative (beh, questa la sappiamo proprio tutti a memoria). Il brano sfuma in un assolo di Rob Wasserman, bassista/contrabbassista di livello eccelso (Van Morrison, David Grisman, Lou Reed) che dimostra tutte le sue capacità. (Tra l’altro vi consiglio caldamente di ascoltarlo in coppia con il prodigioso banjoista Bela Fleck, non ve ne pentirete). L’assolo sfuma, un po’ repentinamente, in “He’s Gone” , una versione buona ma non eccelsa soprattutto per i cori un po’ incerti. Ma per tutti noi la canzone ed il suo testo vogliono dire una sola e chiarissima cosa : Jerry Garcia. Avete presente il testo del brano ? D’altra parte i Grateful Dead l’hanno sempre suonata quando era mancato un amico, un collaboratore, un musicista vicino al gruppo. E a tutti noi è sembrata dedicata a Garcia. Non facciamo in tempo a superare la commozione che Weir si infila in una jam usando il tema di “The Other One” e ne esce velocemente per cantarci “Dear Prudence” dei Beatles, impreziosita da un bel solo del solito Karan. Ma Weir non stà con le mani in mano e si tuffa in una bella jam che ci riporta al punto di partenza, ovvero “Cassidy”, dove il concerto è cominciato. Il passaggio è bellissimo e sorprendente. Come il successivo. Che finisce in “One More Saturday Night”, uno dei brani più celebri di Bobby. Infatti stasera è sabato sera, ma guarda ! Il concerto finisce così con questo brano energetico, con Weir in versione rocker. Ma ovviamente il pubblico non ci stà ed i Ratdog tornano senza farsi troppo pregare con una bella versione di “Touch of Grey”, il brano che aveva catapultato i Dead in cima alle classifiche americane e ne aveva definitivamente sancito l’enorme popolarità. OK, OK, il pezzo sarà pure “facilino”, ma ancora una volta nel nostro codice di Deadheads il brano ha un significato particolare “ … we will survive … we will get by …”, ovvero la ripresa di Garcia e dei Dead dopo un periodo piuttosto buio. E come quasi tutti i testi dei Dead, anche questo ha un significato sornione e/o onnivalente : “ we will survive … we will get by …”. E allora siamo tutti a cantare e ballare. Weir sorride, si agita, ringrazia, saluta.
Mi hanno sempre affascinato “l’arte del passaggio” e “l’arte della jam” dei Dead, e stasera Weir non ha tradito le aspettative in questo senso, in fondo hanno suonato un’unica suite di 14 brani passando da un pezzo all’altro senza sforzo, talvolta con intuizioni davvero buone e con qualche jam ben azzeccata. E naturalmente il giorno dopo hanno suonato tutt’altro. Mica poco. Quando pensiamo che l’andazzo imperante è la canzonetta insulsa da 3 minuti, ben venga qualcuno che ha una visione libera e creativa della musica. Personalmente darei un voto altissimo a Jeff Chimenti, il tastierista, che guarda caso è ormai in formazione stabile non solo con i Ratdog, ma anche nella reincarnazione dei The Dead, oltrechè a collaborazioni passate con Phil Lesh. Davvero bravissimo. Bravo, disciplinato e preciso anche il batterista Jay Lane. Mi è piaciuto decisamente meno il sassofonista Kenny Brooks, bravo, ma un po’ fuori luogo nel sound del gruppo, secondo me. Ma si sa, Weir non è uno dalle scelte facili e ritrite, se non fa’ qualcosa di originale a tutti i costi non è contento, quindi vada per il sax. Ultima nota critica : avrei dato molto più spazio a Mark Karan che ha dimostrato di saper “farci sognare” con la sua chitarra e qualche interminabile assolo l’avrei davvero gradito.
Alla fine della serata una birra in compagnia dà la stura ai commenti tra vari capannelli di gente : alcuni amici giornalisti mi confermano che questo dei Ratdog è lo spettacolo più “strutturato” (è un complimento) degli ex-Dead, mentre punzecchiano le ultime esibizioni che hanno visto di Phil Lesh & Friends, a loro dire fin troppo improvvisato e dedito alle jam inconcludenti. Si apre ampio dibattito. Qualche Deadhead americano tira fuori le registrazioni dei Ratdog dei giorni precedenti per far ascoltare come hanno suonato certi passaggi o certe jam, qualche Deadhead italiano sottolinea i momenti più belli dello show. C’è una bella atmosfera di comunicazione e di solidarietà tra “aficionados”. Tutti siamo concordi nel dire che non ne abbiamo avuto abbastanza e tutti speriamo di rivedere Weir o Lesh o i Dead in Italia.
5 Maggio 2010 a 20:33
bluesjana
Grande Beppe.
Bellissima recensione…… che “promuovo” subito in homepage, dove avrá migliore visibilità.
Perché la merita!
13 aprile 2011 a 08:28
Pierluigi
Ho il nastro dello show se può interessare. Bella recensione, aggiungerei che mai più Bob tornerà in Italia, pare che dopo il concerto fosse alquanto incazzato per l’esiguo numero di persone. Solo una precisazione, He’s gone non è dedicata ad amici scomparsi, ma al padre di Mickey Hart che fuggi con la cassa pare 300.000$ “and nothing gonna bringing back”, a tal proposito Mickey si “dimise” per poi tornare annunciato da quel grande di Bill al Winterland 22 ottobre 1974.
my two cent
13 aprile 2011 a 10:20
bluesjana
@pierluigi:
La registrazione ce l’ho anch’io, passatami da altro gentile lettore del sito! 🙂
Grazie, comunque, per l’offerta.
Quanto a “He’s gone” avete ragione entrambi. E’ vero che, in origine, era dedicata a Hart senior che scappò con la cassa della band, ma è anche vero che, nel corso degli anni, è diventato il “saluto finale” agli amici/collaboratori/musicisti che venivano a mancare.
Lessi da qualche parte di una grande versione di He’s gone, appunto, per salutare la scomparsa dell’amico Brent….
…anzi, mi devo impegnare un po’ per trovarla! 🙂
15 aprile 2011 a 09:12
Guglielmo
ciao a tutti,
interessante la storia di He’s gone (tra l’altro uno dei miei pezzi preferiti in assoluto)…mi potreste passare il nastro del concerto che sarei curioso di sentirlo? grazie! 🙂
15 aprile 2011 a 10:23
bluesjana
Ciao Guglielmo. 🙂
La versione “ufficiale” di “[i]He’s Gone[/i]” è quella contenuta nel “Live in Europe”, anche se registrata nel concerto di Amsterdam. Ne abbiamo parlato qui:
In ogni caso, ti invio un link dove puoi trovare il soundboard del concerto danese del 17 aprile 1972 in cui venne suonata, per la prima volta, la canzone.
🙂
29 ottobre 2010 a 18:10
Guglielmo
Ciao a tutti!
E’ il giovane deadhead di Genova che vi scrive. Passo di qui oltre che per salutarvi anche per parlarvi di una mia curiosità. Delle rockstar più famose si sa tutto e di più però io mi sono sempre chiesto come era Jerry come persona: il suo carattere, il suo rapporto con i fan e con il resto della band…
Un saluto “Cosmic charlico”!
30 ottobre 2010 a 13:08
Beppe
Ciao Guglielmo
In USA esistono una montagna di libri su Jerry (e sui Dead). Il consiglio è : se mastichi un po’ di inglese, non hai che l’imbarazzo della scelta, li trovi sul sito dei Dead (www.dead.net) o su Amazon (www.amazon.com). Sono interessantissimi, pieni di storie e aneddoti. Impossibile condensare in poche righe la sua personalità e la sua/loro storia. Figurati che in USA circolano non solo decine di libri, ma anche tesi di laurea su di loro. In italiano era uscito un bel libro “Il simposio psichedelico”, ma ormai è introvabile. Sicuramente Jerry era una persona molto complessa. Si interessava di tutto: arte, filosofia, storia, cinema, letteratura, fumetti. Uno molto intelligente ed aperto ad ogni stimolo. Dividerei l’essere Jerry in 2 fasi : una di “psichedelica espansione” e grande socialità, una seconda – purtroppo – segnata da problemi di droga e di “troppa fama”, ovvero di isolamento. Idem anche per il rapporto con i fan, un 1° di socialità totale, un 2° di “distanza”, non dimenticando che Jerry era diventato una vera icona, uno famosissimo, un idolo per milioni di Deadheads (e non solo) con gravi rischi per la sua privacy. Il suo rapporto con il resto della band : fratelli di sangue all’inizio, un po’ di turbolenza alla fine per molti motivi (la sua dipendenza e i suoi troppi impegni musicali extra-Dead), ma in fondo penso che fino alla fine siano stati tutti veri “brothers”. Di Jerry come persona si è detto e scritto di tutto e di più, dalle cose più esaltanti a quelle meno edificanti, diciamo. Nemmeno il mio amico David Grisman è riuscito a spiegarmi del tutto la sua personalità. Resta il fatto che la sua chitarra rimane il “mezzo di trasporto” più astrale della storia della musica. Potrei continuare, ma lo spazio qui concesso è finito … Se hai bisogno di ulteriori dritte, volentieri.
7 settembre 2011 a 19:14
PAOLO
…….scusa, “il tuo amico David Grisman”?????????? ma mi vuoi far morire d’invidia??????
….da quello che mi risulta Jerry si “rifugiava” a casa sua nei primi anni novanta a suonare acustico e i cd pubblicati dopo la sua morte testimoniano di una vena creativa e di una tecnica ancora intatta, anzi forse maturata ancora di più. Comunque grande Grisman, quando penso a lui e Jerry li vedo come due fratelli sia a livello musicale che intellettuale, nella stessa maniera che vedo Jerry con Hunter, li ho sempre sentiti molto vicini……forse sono solo mie impressioni, mi piace però pensare ad una loro unione spirituale di intenti, i risultati sono stati strepitosi: canzoni che per me sono vere opere d’arte.
Ciao
Paolo
31 ottobre 2010 a 19:06
Guglielmo
Ciao Beppe
un grazie davvero di cuore per la tua risposta esauriente!! In futuro acquisterò qualche libro sull’argomento…Nel frattempo mi dedico all’ascolto degli innumerevoli album dal vivo che continuano a essere pubblicati (ad esempio il Road Trips vol.4 no.1 del live del maggio 69, ecc..) e ovviamente anche i grandi classici come Europe 72 che trovo un live perfetto e nonostante sia un triplo si ascolta tutto d’un fiato!
Peace & Love
2 novembre 2010 a 11:27
bluesjana
@Guglielmo:
Ciao e bentornato.
Se non vuoi buttarti sulla bibliografia in inglese, con un po’ di pazienza su Ebay o sul sito di qualche libreria riesci ancora a reperire sia il volume di Gans, “Il simposio psichedelico” che ti ha consigliato Beppe, nonchè il suo (quasi) ideale seguito “la sinapsi celestiale”.
Entrambi i libri sono una collezione di interviste fatte ai diversi membri della band, nonchè al loro entourage.
Emergono molti aspetti interessanti dei rapporti interni alla band e con la crew.
@Beppe:
Hai voglia di scrivere qualcosa (senza nessun impegno, ovviamente)? Ti abilito ben volentieri come autore.
Hai scritto due cosette che mi hanno fatto letteralmente cadere dalla sedia:
-il concerto di londra del 72…..
-conosci Grisman
A riguardo, posso contattarti alla mail che hai usato in sede di registrazione (sono molto attento alla privacy e non mi permetterei mai di scriverti senza un tuo preventivo consenso)?
Altrimenti, se ritieni, puoi scrivermi te una mail alla mia casella.
2 novembre 2010 a 13:05
Beppe
@Bluesjana
La mail “registrata” va benissimo, ma sono io a chiederti una tua mail diretta, in modo che certe cose non finiscano sul blog “coram populo”, ovvero un po’ di privacy.
2 novembre 2010 a 13:14
bluesjana
@Beppe, usa pure:
bluesjana [chiocciolina] me [punto] com
(la scrivo così per limitare, almeno un po’, lo spam che mi inonderebbe se scritta “giusta” 🙂 )
9 febbraio 2011 a 19:16
Guglielmo
ciao a tutti!
ho una cosa da chiedervi, siccome non capisco molto bene l’inglese sapreste dirmi di preciso cosa è: EUROPE 72: THE COMPLETE RECORDINGS
grazie!!!
10 febbraio 2011 a 18:11
Beppe
Guglielmo
Si tratta di un “paccone” di oltre 60 CD con le registrazioni (quasi) integrali di tutto il mitico tour in Europa del 1972. Tutti i 22 concerti, una roba da 70 e passa ore di musica, rimasterizzati. Il tutto imballato in una scatola a forma di borsone, ripiena anche di libri, foto, testi ed ogni ben di Dio. Edizione limitata in 7.200 copie, di cui le prime 3.000 personalizzate. Costo 450,00 dollari.
Operazione bella, ambiziosa … e costosa.
Si sono già scatenate le proteste e le polemiche dei Deadheads di tutto il mondo.
Ovvero : chi garantisce che ne stamperanno solo 7.200 copie , chi garantisce che qualcuno non ne faccia razzia per poi rivenderle ad un prezzo astronomico, dove finiscono i circa 2,5 milioni di dollari di guadagno netto dell’operazione, a quanto ammontano le spese di spedizione fuori USA ? E via polemizzando. Staremo a vedere, certo è che l’opera è ghiotta, faraonica, confezionata in modo eccelso e proveniente da uno degi periodi migliori in assoluto dei nostri eroi.
10 febbraio 2011 a 17:53
bluesjana
E’ un (bellissimo) box in edizione limitata (solo 7.200 copie) che comprende tutte le registrazioni dei 22 concerti del mitico tour europeo del 1972: 60 cd per oltre settanta ore di musica.
In più il box offre note di commento accurate, memorabilia, un libro fotografico -inedito- di quel tour.
Il costo: 450$.
Il box, offerto in prevendita, è andato esaurito in 4 giorni.
Leggo dal sito dei Grateful Dead che visto l’alto numero della richiesta – e il conseguente potenziale ritorno economico – la Rhino Records ha deciso di commercializzare il box con i soli cd, senza tutti i bonus offerti con la prima edizione (anche per non fare incazzare gli acquirenti/collezionisti della prima ora).
Il tutto sempre per 450$.
Se qualcuno decide di comprarlo, mi fa un fischio? 🙂
14 aprile 2011 a 17:14
Pierluigi
Sono riuscito ad accaparrarmi una copia limitata ovvero una delle prime 3000. Il sito ufficiale alla notizia si è impallato per 3 o 4 giorni. Hanno però visto gli accessi per gli ordini e hanno deicso di mandare un codice da usare a sito funzionante. la cosa in effetti ha funzionato: la notizia sta nel fatto che su ebay nei giorni immediatamente successivi, vendevano i codici a 5.000 (cinquemila) $. Ammetto di averci fatto un pensiero…scherzo.
14 aprile 2011 a 17:47
bluesjana
Grande Pierluigi!
Prometti, però, di mostrarci le foto dello spacchettamento del cofanetto quando ti arriva! 🙂
10 febbraio 2011 a 20:14
Guglielmo
davvero una cosa da leccarsi i baffi!! peccato per il prezzo, potrebbero abbassarlo per quelli che non hanno fatto in tempo a comprarsi il box e si accontentano solo dei cd…
16 luglio 2011 a 23:44
Pierluigi
David Gans su European Grateful Dead, si chiedeva quanti iscritti avesse il gruppo e se vi fossero altri siti sparsi per l’Europa, in vista della prossima redazione del suo ultimo libro sui nostri. Mi sono permesso di segnalargli questo nostro piccolo, ma ben fatto angolino
18 luglio 2011 a 15:32
bluesjana
Hai fatto bene! 🙂
Grazie mille.
Anzi. Forse è il caso che mi dia una mossa per finire la recensione del “Simposio Psichedelico”…. un po’ di captatio benevolentiae! 🙂
27 agosto 2011 a 08:52
PAOLO BERGAMI
Ciao,
sono paolo dalla provincia di Padova, come ho detto già nel post dei commenti ho scoperto solo ora questo sito ITALIANO di deadhead, è bello condividere questo amore/infatuazione/senso religioso/boh…per i GD qui in questa nostra italietta con altri che amano così tanto i Dead. E’ proprio vero …we are everywhere…
Confermo anch’io che i due libri in questione sopra citati sono due bei libri in italiano che aiutano parecchio a chi come me mastica poco l’inglese.
C’è anche una bella intervista del mai troppo compianto Bear…molto istruttiva per comprendere dall’interno il mondo GD, il loro approccio ai grandi eventi, tipo gli shows alle piramidi.
Sono stato a San Francisco anche in gennaio di quest’anno e devo dire che si respira ancora l’aria di allora, almeno in Haight-Ashbury, cose che restano dentro per sempre, bella esperienza, se posso metterò qualche foto se può interessare.
Ciao
paolo
28 agosto 2011 a 10:09
bluesjana
🙂
Ti rinnovo il benvenuto anche su questa pagina.
Tra l’altro siamo anche vicini di casa (ma la mia provincia è molto più… lagunare :D)!
31 agosto 2011 a 21:50
PAOLO
Ciao,
se abitiamo vicino ci si può anche trovare, magari anche a metà strada…mi piace molto fare i giri in moto nella riviera del brenta…molto bella….
paolo
1 settembre 2011 a 09:36
bluesjana
quando vuoi, nessun problema.
🙂
1 settembre 2011 a 17:15
Beppe
Ciao Paolo, hai idea di dove sia finito Ivan Miccolis ?
Sembra proprio sparito nel nulla. Grazie.
8 settembre 2011 a 19:07
PAOLO
Ciao Beppe, per caso sei quel Beppe che doveva venire con noi a Philadelphia e non è potuto venire perchè ammalato?????
comunque Ivan dopo novembre 2002 lo visto e sentito qualche altra volta, sia per organizzare i vines dei Too che quelli di ABB etc, sono andato anche a Bologna a trovarlo ed a trovare il Miki, poi so che ha avuto prob con moglie, poi so che è andato in usa, credo a San francisco per qualche periodo, mi disse che voleva tradurre un libro in italiano relativo ai Lynyrd skynyrd poi ne ho perso le tracce, non collabora più col buscadero da anni etc…..
da qualche parte ho i suoi numeri di telefono, proverò se sono ancora attivati.
ciao Beppe
28 agosto 2011 a 17:02
Pierluigi
Ciao Paolo, benvenuto. Anni fa ricordo di aver scambiato qualche shows con te.
31 agosto 2011 a 21:54
PAOLO
hey Pierluigi,
il mondo è piccolo, però negli anni ho perso molti dettagli degli scambi che ho fatto, ho anche bruciato un paio di hard discs e perso dati, ora ho un mac e spero di avere meno guai…quindi non riesco ha inquadrarti bene, ma spero che avremo occasione di trovarci, oppure se vuoi contattami anche privatamente …
comunque grazie per il benvenuto!!!!!!
Ora ti saluto
ciao
paolo
1 settembre 2011 a 14:26
Phil
Complimenti per il blog!
L’ho scoperto per caso mentre ero a San Francisco (tra l’altro dove ho visto i Furthur) e condivido in pieno la soddisfazione di avere un punto d’incontro per i deadhead italiani!
A presto
ciao
Phil
1 settembre 2011 a 16:23
bluesjana
Ciao Phil,
benvenuto! 🙂
La famiglia si allarga.
Com’è stato il concerto dei Furthur a S.F.?
1 settembre 2011 a 17:13
Beppe
Benvenuto Phil !
Non è che ci racconti qualcosa del concerto dei Furthur ?
Recensioni varie ne sono girate, ma un reportage di prima mano è un’altra cosa. E poi te lo chiedo per spirito di vendetta (joke!), perchè Bluesjana mi ha “costretto” a fare una recensione del concerto dei Ratdog a Milano che vedi nel blog. Grazie in anticipo.
1 settembre 2011 a 18:07
bluesjana
@Beppe: 😀
8 settembre 2011 a 07:50
Beppe
Si Paolo, ho la fortuna di conoscere Grisman. Ti assicuro, persona squisita, disponibile e rilassata. Da qualche anno i suoi mandolini sono “made in Italy”. David mi ha testimoniato quello che dici : negli ultimi tempi Garcia si rifugiava a casa sua non solo per suonare ma anche per “evadere” dai troppi casini della sua vita e lì trovava un’oasi di tranquillità. In realtà i due non si erano più frequentati per moltissimi anni, ma in qualche modo Jerry voleva recuperare la musica e l’amicizia che li aveva accomunati in gioventù quando i due erano feroci bluegrass pickers, Jerry al banjo e David al mandolino. Io penso che la musica acustica sarebbe stata la svolta di Jerry, se fosse ancora vivo.
Sono d’accordo : la musica che hanno fatto insieme è eccellente (tranne Pizza Tapes, a mio parere). L’ultima collaborazione “Been all around this world” è toccante , Jerry suona benissimo, la voce invece mi sembra un po’ compromessa, ma sappiamo che Garcia negli ultimi tempi non godeva di buona salute. Consiglio anche la visone del DVD Grateful Dawg che, oltre a qualche spezzone di concerto dei due, contiene varie interviste con Grisman e la sua famiglia (però in inglese). Tra l’altro il soprannome di Grisman “Dawg” gli era stato dato da Garcia ai tempi di Old & In The Way. Tutto il materiale registrato dai due è ormai stato pubblicato, ma Grisman dice di avere in serbo ancora un live con Jerry e, scherzando, promette che lo pubblicherà quando andrà in pensione. Attendiamo fiduciosi. Nel frattempo, per rimanere sul Garcia acustico, mi sto riascoltando la riedizione in CD di Jerry Garcia Acoustic Band “Almost Acoustic”, live del 1987 con i suoi vecchi amici Nelson, Rothman ecc. Semplicemente meraviglioso.
8 settembre 2011 a 19:19
PAOLO
Beppe, sei proprio fortunato, comunque a me piace parecchio pizza tapes, ha quel senso di out takes che la rendono meno formale, più casalingo, sentendolo mi sembra di essere lì a casa di Grisman in compagnia di Jerry e di assistere come fossi un amico ai loro “giochi”, alle prove, etc….
che meraviglia sarebbe stato se avessi potuto essere presente……
bello sognare vero?????
è vero che la voce era sofferta, ma mi faceva avvicinare a lui con compassione anche nella considerazione dei suoi guai con le droghe, lo vedevo e lo sentivo vicino con quel senso di precarietà nella voce ed il mio pensiero anche dopo la morte è stato sempre quello credere che se non fosse stato così consumato dalla vita avrebbe potuto donarci ancora tante splendide melodie e buone vibrazioni.
Ma tantè, la vita vissuta intensamente e pericolosamente talvolta non perdona……
ma ci restano tantissime occasioni ancora di farci trasportare dalle sue note in un altro mondo, quello spazio astrale dove solo i giusti possono raccogliere qualcosa di buono da riportare nella vita quotidiana, farne tesoro per se e per gli altri.
…già! sono un sognatore…mi piace così…
ciao
paolo
12 settembre 2011 a 09:39
Phil
Ciao ragazzi, a breve vi mando la mia recensione sul concerto dei Furthur a SF…scusate ma proprio non sono risucito a collegarmi prima.
Promesso!!
ciao
ps. aveste visto che su Internet Archive ci sono i concerti dei Furthur?
(sicuramente lo sapete già…….)))
ciao
Phil
30 settembre 2011 a 21:41
Beppe
ciao a tutti ….mi chiamo Beppe….sono piemontese e fino ad oggi credevo di essere l’unico Deadhead in Italia……non per presunzione ma perche’ non avevo mai avuto l’occasione di conoscere altri DeaDiti al culto dei Dead. Personalmente sono stato folgorato nell’ inverno del 1975, avevo 14 anni …l’album… Europe 72…. il pezzo China/Rider….da allora niente e’ piu’stato come prima. Dischi….bootlegs……libri……t-shirts……concerti. I Dead con la loro musica sono stati la colonna sonora nei 36 anni successivi. Ho avuto in sorte di vederli nella loro ultima apparizione europea nel 1990….ho visto Phil and Friends nell 1999 al Warfield di San Francisco …..i RatDog nel 2002 in Italia e i Dead nel 2004 in Michigan. C’e’ un sito che potrebbe interessare…..sempre che non lo conosciate gia’… http://www.archive.org digitate Grateful Dead e avrete all’incirca 2000 shows di tutte le epoche e quasi tutti di buona qualita’…..fino a qualche anno fa’ erano scaricabili tutti in diversi formati, oggi tutti i soundboards sono ascoltabili solo in straming mentre sono scaricabili i concerti Audience. Ciao.
6 ottobre 2011 a 17:55
bluesjana
Caro Beppe,
benvenuto!
Scusami per il ritardo della risposta, ma un trasloco mi ha tenuto un po’ (troppo) impegnato.
Se anche te, hai tempo/voglia di raccontarci quelle esperienze live, nonostante il tempo trascorso… noi siamo “tutt’orecchi”! 🙂
6 ottobre 2011 a 09:27
old97s
Beppe!!! allora siamo in 2 dal piemonte! saluti da pinerolo!
come dire pochi ma buoni! ho scoperto solo ora questo sito, finalmente un posto dove leggere e condividere ascolti ed esperienze – ne approfitto per fare una domanda … ma sapete se esistono grateful dead cover band in italia?
mail old97s@iol.it
6 ottobre 2011 a 18:04
bluesjana
Caro Old,
benvenuto in questa landa deaddiana.
Quanto alle cover band, io purtroppo non ne conosco.
L’amico Gianni (un altro piemontese: e siete tre!!) in un suo commento dello scorso marzo (nella pagina contatti) raccontava dei suoi trascorsi in una jam band che suonava anche GD e Phish.
6 ottobre 2011 a 18:43
Beppe
Visto che siamo in periodo di censimento, siamo in 4 in Piemonte ! Una media altissima !
2 Beppi, 1 Gianni e 1 Old, per il momento. Vinciamo qualcosa ? No, nemmeno io so di qualche Dead cover band. Magari Gianni ci risponde.
7 ottobre 2011 a 08:31
old97s
se qualcuno fosse interessato…. ho messo su un annuncio per creare una cover band italiana deadicata ai grateful dead e suono “americana”…. http://annunci.ebay.it/annunci/artisti-e-musicisti/torino-annunci-pinerolo/grateful-dead-cover-band/19554126
segnalo anche questo interessante sito… http://www.jambandseurope.com/
mail old97s@iol.it
7 ottobre 2011 a 16:59
bluesjana
I Beppi… vincono!
😀
7 ottobre 2011 a 17:07
bluesjana
@old97:
Quanto alla coverband, ti confesso che è da tanto che ci penso, ma non trovo nessuno interessato allo scopo. Siamo troppo lontani.
Quanto a Jambandseurope… ci hanno molto gentilmente linkati!
🙂
7 ottobre 2011 a 21:09
beppe
Non credo ci siano coverband dei Dead. Avevo una band con cui facevamo Bertha, Fire on the mountain e Big boss man. C’era un gruppo di Ivrea chiamato…. Branco selvaggio, che eseguiva una bellissima versione di Morning Dew con tanto di pedal steel guitar suonata da Ricky Mantoan.
7 ottobre 2011 a 21:12
beppe
A proposito…. io suono la batteria.
7 ottobre 2011 a 21:16
beppe
Posso chiedere a proposito della vostra eta’? Io ne ho 50 …….
7 ottobre 2011 a 21:34
beppe
A proposito di libri……vorrei cosigliarvi questo titolo…: Jerry Garcia riflessioni e illuminazioni della chitarra magica dei Grateful Dead.
Franco Bolelli e’ il curatore…..Castelvecchi l’ editore.
La prima edizione e’ del 1996, Bolelli e’ un filosofo milanese.
Bolelli e’ stato anche l’organizzatore di un evento svoltosi nel 1995, a cui ho partecipato, a Milano chiamato Starship , una sorta di festival della cultura psichedelica tenuto tra aprile e luglio del 1995 appunto. Il libro contiene alcune interviste a Jerry….con altre cose interessanti….un libricino di un centinaio di pagine assemblato da un Deadhead……in italiano ovviamente.
10 ottobre 2011 a 17:45
bluesjana
Il libro che suggerisci lo conosco.
In verità ho in progetto anche la sua recensione.
Qualche tempo fa, ho redatto anche un breve elenco sui libri in commercio in Italia che trattano esclusivamente G.D. (e che ho in libreria 🙂 ).
Lo trovi qui:
17 ottobre 2011 a 15:15
Phil
Anch’io suono (la chitarra) e ho provato (ma ancora non mi sono arreso) a mettere su una cover band dei Dead….Io sto a Ferrara….non so se sono l’unico deadhead delle mie parte (oltre a contare mio fratello….vabbè).
domanda: la recensione di concerti + foto le posto qui o le mando a un altro indirizzo ?
Ciao ragazzi
Phil
17 ottobre 2011 a 15:50
bluesjana
Come preferisci e come vai meglio.
Se vuoi inviare qualcosa che desideri veder pubblicato, puoi utilizzare l’indirizzo mail indicato nei contatti (bluesjana [at] me . com).
In privato ti scrivo come fare se vuoi pubblicare senza inviare preventivamente il tutto a me.
22 novembre 2011 a 13:40
Pierluigi
Ieri sera un po assopito, seguivo distrattamente lo show di Fiorello (lo adoro quando imita Sinatra) che annuncia un nuovo ospite: sig.re e sig. ecco a voi Caparezzaaaaaaa (quello con i capelli tutti ricci che rap italiano) dico vabbe’ mi alzo a prendere un po di gelato….mi scappa pero’ l’occhio sullo schermo….ma che maglietta ha…strabuzzo gli occhi, sara’ la sonnolenza, no, e’ proprio una dancin’ bear con tanto di scritta Grateful Dead. sveglio tutta la famiglia,
che non la prende bene, anzi partono anche dei “ma basta con questi Grateful Dead” allora mando una quindicina di sms e rimango ad ascoltare tutta la canzone del nostro in piedi a un metro dalla televisione
22 novembre 2011 a 22:12
PAOLO
.azz., questo me lo sono perso…….
adesso cerco in youtube, che ci sia??????
Un salutone a tutti.
paolo
22 novembre 2011 a 22:31
PAOLO
ci sono….i video ci sono!!!!!!!!!! bella maglietta…..ma pensa un pò, chi se lo sarebbe aspettato….dovrò considerare Caparezza….come un DeadHead! chissà in quanti avranno capito il senso di quella maglietta?
Credo che il nostro Thomas dovrebbe contattarlo (e-mail ) e portare a conoscenza il buon Caparezza dell’esistenza di questo sito….
Paolo
22 novembre 2011 a 23:04
bluesjana
Appena visto il video.
Non l’avrei mai detto. Dancing bear in prima serata a Rai uno.
😀
23 novembre 2011 a 08:13
Pierluigi
Pensa che mi sono iscritto al forum di Caparezza. Gli ho dato del grande e gli ho segnalato questo sito. Caparezza con noi a NY a Marzo x i Furthur. A proposito stiamo monitorando le date, si accettano adesioni.
23 novembre 2011 a 14:58
bluesjana
per la cronaca….
23 novembre 2011 a 15:37
Pierluigi
Il physique du rôle ce l’ha. Il mio nuovo mito.
PS: anche un po zappiano….
8 luglio 2012 a 00:57
Dino
Quella maglietta non mi piace tanto… de gustibus… l’importante è aver portato un “pezzettino” dei Dead sulla Rai 🙂
Io mi sarei messo questa:
P.S.: bello il “quadretto familiare” che hai descritto 🙂 Siamo un po’ degli incompresi, il fascino dei Dead è così “totalizzante” (per chi, come noi, è sulla stessa lunghezza d’onda della loro musica) che in pochi riescono a capire la nostra passione…
14 settembre 2012 a 23:15
pierluigi
http://www.gdao.org/items/show/225538
Una risposta adeguata a questo topic
28 novembre 2012 a 13:42
enrico lanzini
Bravissimi !!! finalmente qualcuno che parla in italiano dei Grateful Dead.
28 novembre 2012 a 14:02
bluesjana
Grazie e benvenuto nella nostra piccola, ma agguerrita, confraternita.
🙂
15 dicembre 2012 a 13:03
Beppe.
He’s Gone fu anche dedicata da Bob Weir a Bobby Sands (IRA) morto il giorno prima in un carcere in seguito ad uno sciopero della fame….versione molto bella e sentita da parte della band….Nassau Veterans Memorial Coliseum Uniondale, New York 6 maggio 1981
26 febbraio 2014 a 13:15
dannilo
bellaa !!!
io adoro i dead e sono contento che ci sian un forum
24 Maggio 2014 a 16:44
Beppe
il 17 luglio uscira’ per la Rhino un DvD con il concerto che i Dead registrarono al Beat Club nel 1972 durante il tour europeo…. tutto inedito tranne One More Saturday Night che gira da sempre sul tubo…..
25 Maggio 2014 a 18:16
Pierluigi
Segnalo quest Tshirt per il mondiale….
http://www.dead.net/store/apparel/short-sleeve-tops/italy-2014-soccer-t-shirt
5 gennaio 2018 a 21:07
ComascoDOC
C’è ancora qualche DeadHead italiano attivo??
5 gennaio 2018 a 22:00
bluesjana
Certo.
Nascosti dietro le quinte, ci siamo….”we are everywhere”! 😁
Il blog langue da tempo, la passione no.