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VIDEO
High Time: la versione acustica, solitaria ed informale cantata da Jerry in studio.
RECENSIONI
Una carrellata di suggerimenti, suggestioni e consigli all’ascolto.
Morning Dew, 18 settembre 1987
Vision of Johanna, Philadelphia 18 marzo 1995
– = o O o = –
Per idee, suggerimenti o se volete lasciare un vostro scritto:
bluesjana [at] me [.] com
-= questa pagina per sua natura è in perenne divenire =-
4 commenti
27 febbraio 2012 a 18:10
pbergdh
Bellissima immagine!
Per cominciare ho in mente un medley anno 1973, in questo momento non ricordo la data esatta, ma ricordo ancora ciò che ho provato quella sera che mi sono messo ad ascoltare il nastro appena arrivato dagli states…ogni pacchetto arrivato era come la scoperta di un nuovo filone d’oro, era a quel tempo (1996 e successivi) anni di continue scoperte deaddiane, qui a Padova al massimo si potevano trovare un paio di bootleg all’anno!!!!
Vabbè, devo recuperare i miei appunti e poi li posterò. A presto.
Ciao
Paolo
4 marzo 2012 a 09:18
PAOLO
Arieccoci!
Devo confessarvi che molti anni fa, ormai 15 se non erro, avevo velleità di poter mandare aventi una mia homepage, chiaramente incentrata sulla mia musica preferita. Avevo predisposto anche una pagina-raccoglitore di sensazioni relativa ai Dead (che avevo intitolato “Nightfall_of_diamonts”) ed avevo già buttato giù un paio di cose.
A quel tempo era tutto incentrato sullo scambio (a ripensarci mi sembra ancora un miracolo) di nastri direttamente dagli States grazie ad internet.
Così mi arriva un bel pacchetto con dentro un po’ di cassette fra le quali c’è il nastro relativo al concerto del 11-01-73 al MEMORIAL HALL NORTHWESTERN UNIVERSITY, EVASTON, IL.
Una chicca in assoluto il medley di cui vi riporto più sotto. Naturalmente sono le sensazioni di quel particolare momento e ben sappiamo che “ogni momento è unico con se stesso”, però almeno può invogliare ad andarlo a risentire…
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Jam del 11/01/73
(Morning Dew – Playin’ In The Band – Uncle John’s Band – Playin’ In The Band)
Questo nastro mi e’ stato passato da Eric Doherty , in alcuni momenti rasenta la purezza in senso assoluto….
La sua peculiarità è l’assoluta fluidita’ tra una song e l’altra; veramente stupefacente, completamente naturale, realmente come fosse un’unica canzone e non tre.
Soprattutto il passaggio tra MORNING DEW e PLAYING IN THE BAND, da brividi…..
nonostante le numerose sessioni di ascolto mi fa sempre questo effetto.
Qui è come guardare opere d’arte diverse in successione le quali si fondono in loro stesse nella continuità perchè non hanno una cornice che le limiti nello spazio….proprio così….hanno tolto la cornice alle canzoni….eh sì, non sempre succede…..si tratta sicuramente di un momento magico enfatizzato non solo dall’abilita’ tecnica ma anche dalla scelta delle songs, sicuramente fra le migliori del repertorio, quindi tutto ha contribuito a dargli quell’AURA particolare.
Per quanto riguarda la “purezza” citata all’inizio, invito alla concentrazione su MORNING DEW….
non è una chitarra che suona, cio’ che si sprigiona nell’aria è puro suono angelico, suono dell’anima.
Probabilmente quello che ora stanno ascoltando gli angeli (o chi per loro).
Mentre l’ascoltavo per l’ennesima volta ho buttato giu’ alcuni appunti forse sconclusionati… li riporto cosi’ come sono venuti, rappresentano cio’ che provavo in quel momento, domani chissa’ potrebbe essere una cosa diversa……
“…..piccoli tocchi di chitarra, sprigionano un senso di saggio minimalismo.
…quelle piccole cose che rendono la vita degna di essere vissuta, quasi si tratti di ossigeno per la nostra coscienza, propulsore per la continuita’.
…..in contrapposizione il basso (presente, forse quasi invadente???) a ricordarci che siamo di fronte a musica prodotta dall’uomo e non “roba celestiale”…….
il suono del pianoforte e’ minimo, quasi “timido”…..
le percussioni non sono altro che il battere del “tempo”, “rumore” del corpo musicale ….”
C’e’ un piccolo quadretto musicale che io chiamo “una finestra sull’anima” dal punto 94 (circa dal min. 9 al min.10) in poi del contatore per circa un minuto, poi Jerry riparte con l’assolo…
E’ sorprendente, probabilmente non ha nessun valore nell’economia della canzone, per me pero’ e’ il centro impalpabile dell’abilita’, della sincerita’, della tenerezza di Garcia……forse questo e’ il passaggio per raggiungere e capire Jerry dal “di dentro”…..
…….commozione totale…….
paolo, 1996
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Per adesso è tutto.
ciao
4 marzo 2012 a 10:33
PAOLO
Hey Now,
ora qualcosa di completamente diverso.
Ieri pomeriggio quasi per sbaglio riprendo in mano, dopo molto tempo, la doppia raccolta ” Fallout From The Phil Zone” e invogliato dalle note di Phil alle canzoni ho riascoltato “Vison Of Johanna”. Phil dice “Trovo la sua chitarra solista su questa versione indicibilmente toccante” e quindi incuriosito ho messo il cd sul lettore.
Mi aspettavo una buona parte musicale ed una sufficiente parte vocale anche perché siamo a Philadelphia il 18 marzo 1995 ed il Nostro non era proprio in forma smagliante!
Oltre ogni mia aspettativa ho scoperto un Garcia in gran forma, regge molto bene il cantato ed alla fine non sono riuscito a percepire fino in fondo quello che riferiva Phil bensì sono rimasto imbambolato a quasi incredulo sentendo alcuni passaggi vocali intensi, sofferti, carichi di pathos, a mio avviso molto meglio di parecchie versioni cantate da Dylan.
Ci mette l’anima e queste ultime forze escono dal suo corpo malato trasformate in soffio vitale, non per Lui ma per noi che rimasti qui, ora ce ne cibiamo con gran giovamento!
Vi invito quindi, a riscoprire questa compilation perché ha il merito di rendere disponibili alcune chicche che fino alla pubblicazione di questi due CDs era altamente improbabile poter ascoltare con una qualità audio così alta.
Imperdibili sono…tutte naturalmente 🙂
Jack-A-Roe in una versione molto particolare, grandissima.
Mason’s Children…finalmente!
Hard To Handle (8/6/71): la migliore versione di sempre tratta da un AUD, poi anche ripubblicata nel bonus disc di Road Trips Vol.1 No.3, imperdibile.
Buon ascolto.
Ciao
Paolo
24 marzo 2012 a 10:29
PAOLO
1987 settembre il giorno 18, Madison Square Garden, New York.
(http://www.archive.org/details/gd1987-09-18.sbd.finney.394.shnf).
La mia sorgente primaria un doppio cd della “Kiss the Stone” intitolato “Dead in the garden”.
Era il 1997 ed ho scoperto una delle più entusiasmanti Morning Dew mai ascoltate. Abbandonatevi, arrendetevi ad essa e sarà quasi 🙂 come un orgasmo.
Ricordo che questo fu il mio pensiero e lo è ancora oggi quando me la ascolto nonostante sia, per così dire prevenuto, perché la conosco a memoria.
Jerry ci mette una grande voce, e pensare che era appena uscito vivo dal coma diabetico…Morning seguiva Goin’ Down The Road Feeling Bad che a sua volta seguiva All Along The Watchtower con Bobby al canto.
Dopo l’ultimo sussulto di Jerry si procede immediatamente con Good Lovin’ ->La Bamba ->Good Lovin’, proprio una torrida versione!
e quando Jerry canta
“Yo no soy marinero.
Yo no soy marinero, soy capitan.
Soy capitan. Soy capitan”
ed il pubblico risponde con un’ovazione, Lui sempre schivo a protagonismi, sembra invece voler confermare il suo ruolo all’interno della band…oppure vuole solo dire sono ancora IO, sono ancora qui VIVO!!!!!!
Encore con Knockin’ On Heaven’s Door.
In questo concerto tre songs di Dylan, neanche i Grateful Dead fossero una cover band del grande folk singer:)
Ma si sa, quando i Grandi cantano i Grandi…….
Paolo B.