* una scusa per raccontarvi di una nostra giornata a Los Angeles 🙂
Ed eccoci a Los Angeles la mattina del sei ottobre con ancora le sensazioni addosso della serata precedente e la previsione di un’altra “epica” giornata davanti a noi.
Ci fiondiamo subito a mangiare qualcosa di “leggero”
e via per le strade di LA….
…e sorpresa, passiamo proprio davanti al The Palladium, vi dice qualcosa?
Come un ebete mi imbambolo davanti alle vetrine che pubblicizzano le varie band che vi hanno suonato,
mi rendo conto di essere davanti ad un pezzo di storia, la NOSTRA STORIA!
E avanti ancora verso la nostra meta, AMOEBA.
Un paradiso, ci sarebbe da rimanerci tutta la mattinata… ed è quello che praticamente succede perché il tempo passa veramente veloce.
Il pomeriggio passa affaccendati in altre faccende ma questa volta riusciamo ad arrivare al Greek Theatre un po’ prima per gustarci “la situazione” che solo qui possiamo trovare e ci sentiamo proprio a casa, relax, musica, sorrisi, good vibrations e tanta bella gente 🙂
Prenotazione obbligatoria degli istants live e finalmente entriamo nell’arena e si conferma proprio una bella location, la serata è tiepida, i Deadheads ancora più numerosi ed i controlli più severi: ai gates sono irremovibili e devo lasciare il mio zainetto anche se vuoto, fuori.
Piano piano l’arena si riempie,
intanto Phil si aggira sul palco (grande professionista) e finalmente entrano acclamati con una ovazione, qualche minuto e si parte alla grande con Golden Road, come sempre potente e devo dire anche precisa, senza sbavature.
A seguire Music Never Stopped (come dargli torto?) e Dancing In The Street (non ce lo facciamo di certo ripetere) anche queste molto buone anche se per me non sono il non plus ultra.
Kadlecik si esprime alla grande a metà di Music, suoni che ci portano indietro a diciassette anni fa e oltre….ed entra molto bene dopo l’assolo, niente da dire i ragazzi ci danno subito dentro. Poi si continua con Let It Ride con Phil al canto, una canzoncina che fa da apripista alle serene melodie di WHEEL con un bel piano di Jeff ed i cori che entrato in modo perfetto; ora sono entrato proprio nella giusta dimensione, qui sono veramente a casa!
John ci prende per mano ed assieme al basso pulsante di Phil ci accompagna in quel mondo che a 6 mila chilometri, sprofondato nella mia poltrona con lo stereo acceso non mi è permesso essere:
“La ruota gira e non si può rallentare,
Non si può lasciare andare e non si può resistere,
Non si può tornare indietro e non si può stare fermi”
…..ma non è finita perché i nostri ci trasportano giù a Fennario dove un’arena piena di “lupi” danza” ,
tutti danzano al suono di Dire Wolf!!!! Grazie FURTHUR, ci avete regalato delle grandi emozioni.
Fermi tutti, dove credete di essere? Dalle prime note mi cadono le braccia, e che c###o ma questa è Loose Lucy??????!!!???, un bel tonfo!…è quello che penso nei pochissimi secondi dell’attacco della canzone ed invece…..
la migliore versione che abbia mai potuto ascoltare, Bobby è in formissima con una voce potente e tutti girano a palla senza sbavature, John ci regala piccoli cammeo e Jeff è sempre grande alle tastiere mentre il basso e la batteria tengono un grande ritmo ed i cori riempiono l’aria assieme al pubblico che risponde per le rime.
Siamo alla fine del primo set che termina con Touch Of Grey con la chitarra di Bobby un po’ monotona…forse è solo una mia impressione…..
Le luci si accendono, sono un po’ strinito, Wheel, Dire, Loose Lucy mi hanno lasciato secco ed anche mia moglie oltre ai grandi sorrisi quando ha attacato Wheel è proprio soddisfatta, adora Touch….. Grande lavoro vocale in questo primo set, a memoria mi sembrano ancora migliorati rispetto agli shows dell’anno scorso a Monterey.
Break, la band ritornerà dopo quasi un’ora! Un intervalllo lunghissimo……
Non abbiamo capito il motivo, forse dietro le quinte c’era una festa 😉 – sul palco nessun movimento quindi problemi tecnici zero.
Bobby “gently starts” con Lost Sailor assieme al piano di Jeff ed a piccoli tocchi della elettrica di John che ci riportano alla dolcezza della chitarra di Jerry quando con pochi tocchi ci trasportava negli spazi siderali del suo mondo….
Bobby canta molto bene e tutto gira nel modo migliore, la sto ascoltando adesso ed il soundoard mi permette di cogliere ogni sfumatura che dal vivo talvolta non si percepisce…alcuni momenti di assoluta serenità possono trasportare sulle verdi colline della Baia…poi il ritmo diventa pian piano incalzante e le onde del Pacifico si riversano una sull’altra sulla spiaggia dorata….Kadlecik con le sue scale e quel suono cosi “puro” mi mette ora i brividi sulla schiena …e poi virano nel rock di Saint Of Circumstance e continuo a rimanere stupito di Weir: non sempre la sua voce è all’altezza della situazione ma questa sera è in forma…il nostro vecchietto… 🙂
“Puoi ascoltare il richiamo silenzioso,
è un certo tipo di suono,
Come la pioggia che sta cadendo”
“proprio una tigre in trance,
E la pioggia viene giù, beh, non si sa mai, proprio non lo so.
Ascolta, non so cosa farò, ma di sicuro lo farò…”
Piccola considerazione: @@@@ mica male Barlow 🙂 ….su wikipedia è così descritto: è un poeta, saggista e attivista statunitense ed ex autore dei testi delle canzoni dei Grateful Dead. È anche noto per essere un difensore delle libertà digitali ed è stato uno dei membri fondatori della Electronic Frontier Foundation@@@@ fine piccola considerazione!
…..ci troviamo poi a seguire il canto di Phil in Unbroken Chain, e questa volta non mi dispiace affatto, misurato senza sbavature troppo evidenti e avanti per circa venti minuti in una ottima versione con subito un grande lavoro molto jazzato di Jeff Chimenti, batteria e basso che galoppano e danno un ritmo costante mentre il piano di Jeff danza, volteggia e rende tutto effervescente…poi John, che questa sera è veramente in forma, si libra nelle spazio sopra il palco con le note pure di chi oltre alla tecnica ci può mettere anche l’amore smisurato per questa “Musica”, questa “Nostra Storia”. Nonostante la canzone sia dilatata non ho la sensazione di “leziosità” di chi riproduce musica d’altri pensando più a costruirla come l’originale invece di metterci un pizzico della propria anima…qui inoltre stiamo parlando di grandi professionisti che barattano sei corde e un po’ di elettricità con i suoni universali insiti nel nostro profondo…al minuto 13 o 14 John ci dimostra che se è vero che Jerry è irrimediabilmente evaporato come una leggera bolla dorata e trasparente e luccicante, NULLA E’ PERDUTO e ce lo racconta negli ultimi minuti di questa fantastica versione…questa vale veramente il prezzo del biglietto…e tanto per gradire continuano spavaldi con Uncle John’s Band, leggera giocosa, tutti in cerchio sulla spiaggia con il suono delle chitarre che si fonde con le onde dell’oceano……e dire che ho bevuto a malapena una birra 😉
A risentire ora il concerto “sento” come se indicassero un percorso da seguire, dopo gli ultimi minuti “psichedelici” di Unbroken Chain ci riportano con i piedi per terra a contatto con la sabbia, l’erba, un percorso da condividere con gli altri attorno ad un fuoco in riva al mare….paura di volare troppo alti???? ed allora…tutti a terra!!!!
….cambio jazzato e siamo in Other One senza quella potenza degli albori ma si sa che i decenni passano, il fuoco sacro della gioventù strinita da tante pozioni misteriose è finita….però…però…i ragazzi sanno il fatto loro e mi sorprendo sempre…non può essere solo grande maestria e tecnica sopraffina!
Naturalmente quasi alla fine della song Bobby sbaglia le parole….beh, mica poteva essere tutto perfetto 😉
Questa comunque è la sua serata, si continua quindi con Let It Grow con il suo incedere mexicano che qui a LA è di casa e si rivela la solita bella canzone con John che ci lavora molto bene sopra.
Sto pensando proprio ora: se i nostri vecchietti resistono ancora un po’ di anni questa diventa una grande band ancora più grande di quello che possiamo immaginare…si sono levati di dosso quell’ingessatura che talvolta si percepiva in altre occasioni, sono molto fluidi e naturali, tutto scorre senza grandi vuoti d’aria.
Il passaggio a Comes A Time è senza soluzione di continuità e John, Sunshine intonano:
“Arriva il momento
quando il cieco prende la tua mano
(e)dice: non vedi?
Devi farci qualcosa
su (con) i sogni in cui ancora credi” (questa mi sembra una traduzione credibile)
….abbiamo ancora sogni in cui credere????
Beh quello in cui sono sprofondato adesso…..è più reale della realtà ma quando sarò a casa nelle fredde giornate invernali a ricordare questi momenti mi sembreranno proprio un sogno… Just a dream….
ed ora…..anche solo a scrivere di quei momenti, beh ne sto facendo qualcosa dei mie sogni no?!!!!!
Kadlecik canta veramente bene supportato egregiamente da Sunshine, attacca l’assolo misurato, concreto e per niente pretenzioso e riprende con il canto e …..che gioia essere qui e poter far parte di questo momento che sarà indelebile nei nostri ricordi di questo “viaggio americano” , what a (not) long strange trip has been 🙂
Ci si avvia verso la fine dello show con il trittico Help>Slipknot>Franklin’s che quasi come un enorme arca ci trasporta alla fine di questa avventura sani e salvi e rassicurati da fatto che ora “there is nothing like a FURTHUR show” e ci invitano ad asciugarci le lacrime della quotidianità perché noi tutti qui questa sera sappiamo bene che “without love in a dream it will never come true”.
Franklin’s Tower me lo conservo come augurio della band proprio al nostro viaggio che da domani e per circa 4.500 Km ci consegnerà alla natura americana perché il vento ci soffi a casa come fa con i semi dei fiori selvatici portandoli nella sabbia e nel vento.
Dopo il Donor Rap di routine attaccano con Box Of Rain del grande Phil ed è già tutto finito.
Qualche foto e riprese con l’IPhone e ritroviamo gli amici della sera prima, poi lasciamo l’anfiteatro con la promessa di rimanere in contatto e di ritrovarci, forse in Italia, il prossimo anno.
Domani ultimo show della stagione a Santa Barbara ma noi non ci saremo perché ci sposteremo verso est mentre il nostro Mark potrà godersi invece anche quello show.
..ad onore di cronaca sarà presente anche a San Francisco la sera del 29 dicembre…beati loro….
18 commenti
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17 febbraio 2013 a 17:53
Guerrino
Grazie Paolo, sempre belli questi racconti, specie se arricchiti con immagini di viaggio………….Un pò di invidia per il fatto che tua moglie condivida con te questa passione (la mia da Amoeba mi aspettò in auto alla stazione Shell di fronte……ma mi accompagnò curiosa mia figlia……) e, soprattutto, un’astinenza che comincia a diventare lunga…..Speriamo che incrementino le poche date in programma in questo inizio anno!
17 febbraio 2013 a 19:15
pbergdh
Ciao Guerrino, grazie a te per i complimenti, peccato che ai concerti avevo solo il telefonino, con la mia reflex sarei riuscito a fare foto degne di questo nome. Si è vero mia moglie condivide questi bei momenti con me, pensa che quel giorno mi ha anche regalato L’Anthology di Smith, la raccolta di canzoni folk su cui ha studiato tutta la generazione dei grandi, da Dylan a Jerry passando per Seeger etc…..anche queste sono piccole gardi cose che rendono la vita così speciale….
Speriamo di poterli veder ancora questi Furthur…
ciao
17 febbraio 2013 a 21:53
Pierluigi
Quei cazzoni potrebbero venire in Europa, non dico in Italia che è popolata da deficienti…..ma che ne so, Zurigo…..o no Guero?
Per quanto riguarda le donne…..meglio a casa……
20 febbraio 2013 a 22:24
pbergdh
Paolo B.
17 febbraio 2013 a 22:40
pbergdh
…..comunque non è che mi vedo il Greek Theater bello pieno di 5000 maschietti saltellanti….non è un concerto dei queen….è poi per certe cose il mondo femminile diventa imprescindibile…..se hai la fortuna di condividere queste cose con la tua donna poi a casa darà un significato diverso a tutto il tempo che passiamo ad ascoltare musica o a seguire il miglior blog di DeadHeads italiano….
19 febbraio 2013 a 17:46
Pierluigi
…certo le donne sono ben accette, anzi….ma quelle degli altri….
in ogni caso non è che di musica mediamente se ne intendano, e a parte qualche raro esempio Billie, Ella, Mina, Nina e non me ne vengono in mente altre, non sanno nemmeno interpretarla la musica. Strumentiste degne di questo nome….zero assoluto. Misogino, be un po sì, però è la vertità.
Dimenticavo una “E” Edith.
PS: non parlatemi di Joan Baez Joni Mitchell etc etc…..ad maiora…..
19 febbraio 2013 a 17:57
Paolo
Per quanto riguarda la donne: sei in un furbacchione 😱😎. Per il resto sei a metà fra uno zelota ed un talebano 😁😄…..un po’ come tutti i DeadHead italiani 😜…….Janis non la butterei via….. Cantava con l’anima…..è dava il suo amore al pubblico……che la musica resti sempre con noi 🎸💀🎸💀🍻
18 febbraio 2013 a 18:34
bluesjana
Grande Paolo….
Tua moglie ci ha firmato la liberatoria per la pubblicazione delle immagini, vero??? 😀 😛
Comunque, grande pezzo come sempre.
L’unico che non sa scrivere resta sempre….. ok, sto zitto.
😀
19 febbraio 2013 a 17:06
pbergdh
….la signora è felice di partecipare al blog, anche se solo in foto ….. Per il resto aspettiamo almeno uno degli articoli che ha iniziato questo scrittore “mancato” 😁. Te ghe fato e scoe alte….. Se te voi te si bon scrivare…..😉😎🍻… Fate vegnere ea voia!!!!!😜🎸💀🎶👏👍
19 febbraio 2013 a 18:04
Pbergdh
Ma il nostro Blogger dov’è finito????? Thomas se ci sei batti un colpo👍
19 febbraio 2013 a 22:16
Pierluigi
Janis non cantava, urlava, un po come la donnaccia alla fine di playn’.
Per quanto riguarda l’intensità, vedi anima, si ringrazia il Southern Comfort e Lucky Strike.
Un falso mito, come Jimi Hendrix, un chitarrone, dal vivo inascoltabile, nulla ma proprio nulla a che vedere con la delicatezza, l’estro e la fantasia di Garcia.
Tanto che ci sono, calo la maschera. A proposito di falsi miti, ci metto anche i Doors, Pink Floyd (come disse Conti, i Grateful Dead dei poveri) e poi mi fermo va, non vorrei esagerare. Nota positiva, sentire come suona la band di Elvis nel Live al Madison, insieme a Live Dead e Before The Flood, tra i migliori live di sempre….ma Live Dead possiamo considerarlo un disco dal vivo?
PS: ovviamente di Hendrix salvo alla grande Are you experienced (il più bel album rock d’esordio), axis e electric, con il resto ci si poteva fare dei pavimenti in vinilico…chissà cosa ne pensa Novalis….;-)))))
22 febbraio 2013 a 21:32
Guerrino
Torniamo ai Futhur. Appena annunciate 8 date al Capitol Theater di Port Chester, famoso per i grandi show del ’70 e ’71! Dal 16 al 25 aprile.
Un pensierino lo farei…………….
1 marzo 2013 a 16:53
pbergdh
ma…….è già tutto SOLD OUT???!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
2 marzo 2013 a 10:09
Guerrino
As usual……..
28 aprile 2013 a 18:12
Guerrino
Dramma on stage nell’ultimo show di Portchester.
Stay well Bobby!
http://www.rollingstone.com/music/videos/bob-weir-falls-onstage-during-furthur-show-20130426
29 aprile 2013 a 10:35
pbergdh
Ho postato in Istagram la foto della caduta….gli amici poi mi hanno confermato che ha partecipato allo show ad Atlantic city: “Bobby Rocked the house in Atlantic City last night!”, quindi sembra tutto rientrato…. speriamo bene…l’anno prossimo forse ci ritorno per vedere i Furthur…o forse ci saranno solo Phil & Friends…..chissà….
Comunque grazie Guerrino per queste News, anche se tristi.
…sembra proprio che a Portchester abbiano fatto faville 🙂
20 novembre 2014 a 08:58
Musicanidi
Ciao Folks, volevamo lasciarvi qui un consiglio per le vostre letture la prossima volta che vi capita di sbattere sul piatto Aoxomoxoa…scusate l’intrusione…il racconto fotografico qui sopra una figata. BAU!
http://musicanidi.blogspot.it/
20 novembre 2014 a 16:18
bluesjana
Ciao e benvenuto!
🙂
Lo scrittore non lo conosco (..mi intrippa la sua prima opera da come l’hai recensita nei commenti del tuo post).
Il disco, invece, “qualche” volta mi sembra di averlo anche sentito…. 😉 😀